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Verona, 5 aprile 2025

È la decima edizione della Wine Power List, la classifica del giornale on line Cronache di Gusto dedicata ai 100 personaggi più influenti del vino italiano. Per dieci volte consecutive, in concomitanza del Vinitaly, Cronache di Gusto realizza questa top 100 che vede la presenza di rappresentanti istituzionali, politici, alti burocrati del ministero dell’Agricoltura, presidenti di consorzio, produttori, manager, amministratori delegati, giornalisti, vertici di organizzazioni e associazioni che rappresentano il vino, divulgatori e tanti altri. Come potrete notare quest’anno la classifica risente del clima geopolitico che sta vivendo il vino italiano.

Potete trovare in questo sito anche le classifiche degli anni precedenti. Ogni personaggio è accompagnato da una piccola freccia che indica la posizione dell’edizione precedente della classifica. Prevista, come di consueto, la categoria Top of the Top per quattro personaggi che vanno fuori classifica e occupano un posto di prestigio assoluto: quattro profili, un unico testo, per altrettanti personaggi che in questi anni sono stati almeno una volta al primo posto nelle edizioni precedenti della nostra classifica. La Wine Power List quest’anno è stata scritta da Fabrizio Carrera, Enrica Iacono e Giorgio Vaiana.

Piero Antinori

Riccardo Cotarella

Angelo Gaja

Attilio Scienza

Qualcosa accomuna i quattro Top of the Top della nostra classifica. Da un lato la loro indiscussa autorevolezza un mix riuscito di esperienze, competenze, visione, storie familiari, ed altro ancora. Dall’altro, nell’era della disintermediazione, il rischio di finire nel tritacarne mediatico, vittime di chi vuol mettere tutto in discussione pur di acchiappare qualche like o qualche clic in più. Fa figo dare qualche spallata a chi gode di una certa aura. L’ultimo anno è stato significativo. Ed è accaduto qualcosa che non era mai successo prima. Non c’è solo Report, il programma televisivo di Rai 3 che ha messo il mondo del vino sotto i propri riflettori alla ricerca di magagne e altre storture. Riccardo Cotarella è una delle vittime di quest’accanimento. Il presidente di Assoenologi paga molto probabilmente la sua esposizione mediatica. Anche Angelo Gaja, uso a mandare articoli che rappresentano lucide riflessioni sul vino, è incappato in qualcosa di simile. Il suo tentativo di spiegare meglio l’alcol e i suoi usi in difesa del vino è finito sotto attacco. Schizzi di acqua sporca nel tentativo di metterne in discussione il prestigio e la fama. Il più defilato di tutti questi è il marchese Piero Antinori nome splendente del vino italiano che governa forse il marchio e l’azienda più importante d’Italia se mettiamo accanto valore e volumi di vino prodotti. Attilio Scienza è di gran lunga quello più abituato a subire critiche scomposte e spesso immotivate. Ma da accademico quale è ha imparato a schivare le castronerie. Sugli argomenti che divide il mondo del vino cosiddetto naturale e quello convenzionale non c’è traccia di dialogo tuttavia Scienza è sempre molto utile e piacevole ascoltarlo. E ha sempre il merito di spostare l’asticella sempre più avanti. Antinori, Cotarella, Gaja e Scienza sono i senatori a vita del vino italiano.


Donald J. Trump

Se pensate che sia una provocazione vi rispondiamo subito: sì, è una provocazione. Ma a pensarci bene in una classifica dedicata ai personaggi più influenti del vino come fai a non considerare un uomo politico e capo di stato straniero che con le sue parole tiene col fiato sospeso tutto il mondo del vino in Italia? Trump ha annunciato i dazi sulle esportazioni in Usa di vino tricolore. E tutti tremano. Li introdurrà? Saranno del 25 per cento come annunciato? Mentre andiamo in stampa il quadro è in evoluzione. La posta in palio è molto alta. Nel 2024, secondo alcuni dati, abbiamo esportato vini negli Usa per due miliardi di euro. Tra l’altro registrando un +6,6 per cento rispetto all’anno precedente. Non proprio noccioline. Anche perché gli Stati Uniti sono ancora il primo mercato per valore e per volume del nostro vino. E se arrivasse la mazzata dei dazi, questi inciderebbero per 500 milioni. Mai accaduto che l’agenda politica di un capo di stato fosse così determinante nel tracciare il futuro del vino italiano. Incrociamo le dita.

Maroš Šefčovič

A causa di Donald Trump e delle sue politiche protezionistiche, l’Italia del vino comincerà a conoscere quest’uomo politico slovacco di lunga esperienza politica essendo il commissario più longevo che conosca l’Unione Europea. Sefčovič è infatti il commissario europeo per il commercio, cioè colui che dovrà difendere il Vecchio continente dalle intemperie commerciali statunitensi. Di lui dicono che è un abile negoziatore. Basterà? Non lo sappiamo. Però a volte gli uomini fanno la differenza. Tutto è in evoluzione. E la speranza è che questa vicenda si concluda col mantenimento degli attuali rapporti commerciali. Che comunque a guardare i numeri ci dicono, per esempio, che dopo due anni la bilancia commerciale italiana registra importazioni cresciute nel gennaio scorso dell’8,8 per cento in valore e del 4,1 per cento in volume. Mentre l’export è cresciuto del 2,5 per cento in valore ma si è ridotto del 2,6 per cento in volume. Nell’export si difendono i prodotti alimentari che riducono il gap con l’import.

Christophe Hansen

Lussemburghese, 43 anni, in politica dal 2018 nelle fila del Ppe ma soprattutto proveniente da una famiglia che conosce bene il mondo del vino. Un profilo che promette bene per un politico di primo piano nella gestione dei dossier più importanti riguardanti l’agricoltura e tutto ciò che ne deriva. Christophe Hansen dallo scorso autunno è infatti il commissario Ue per l’agricoltura. Chi segue da vicino le dinamiche delle politiche comunitarie dice di lui che ha la giusta autorevolezza e competenza per difendere il vino da tutti gli attacchi che sta subendo in questo periodo. In primo piano quello salutista che vorrebbe relegare una bottiglia di vino al pari di un pacchetto di sigarette. Ma l’attenzione in questo momento è rivolta “alle misure specifiche per il settore vitivinicolo che forniranno una risposta immediata al settore senza aspettare la riforma della Pac”. Dovrebbe essere questione di giorni.

Lamberto Frescobaldi

3

Il tema dei dazi sta monopolizzando tutta l’attività del presidente dell’Unione Italiana Vini. Frescobaldi è chiamato a una dura prova dove il difficile sarà mantenere i nervi saldi. L’organizzazione che rappresenta buona parte del vino italiano è particolarmente esposta con il rischio che le controparti questa volta non sono grigi burocrati o ministri dell’Agricoltura. Tutto è in salita. Perché oltre ai dazi si addensano altre nubi sul vino. Lui, Frescobaldi, che dovrebbe essere riconfermato a giugno per i prossimi tre anni alla guida dell’Uiv, cerca di schivare i colpi. Dando uno sguardo alle aziende di famiglia si attendono le cifre relative al 2024. Ma non dovrebbero esserci grandi scossoni. Parliamo sempre di un gruppo che fattura oltre 150 milioni e produce circa 13 milioni di bottiglie. E poi forse Frescobaldi sbarca sull’Etna se saranno confermate le voci di acquisizione di Tenuta delle Terre Nere.

Luca Rigotti

4

Fresco di rielezione, a conferma di un buon lavoro svolto negli ultimi due anni, Rigotti è il Presidente del Gruppo di Lavoro Vino del Copa Cogeca, la principale organizzazione di rappresentanza agroalimentare europea. Anche lui dovrà lavorare sodo per difendere il vino (non solo italiano) a livello europeo e globale.

Francesco Lollobrigida

2

Al netto delle sue uscite sulle ostriche o sull’acqua che fa male, bisogna riconoscere che si spende molto in tutte le occasioni per sostenere e promuovere il comparto del vino. Tuttavia su alcune decisioni altri settori delle istituzioni e della politica rischiano di prendere il sopravvento sul ministero da lui diretto.

Giuseppe Blasi

5

Il suo è sempre un ruolo cruciale e complesso. È a capo del dipartimento delle politiche europee e internazionali, un ruolo che implica la gestione di fondi sostanziali e l’implementazione di normative determinanti. Ad oggi, la sua presenza rappresenta una continuità che il ministro Lollobrigida ha deciso di mantenere.

Francesco Liantonio

Il lavoro di certificazione e di sostenibilità è un fiore all’occhiello dell’Italia, prima nazione al mondo a creare uno standard affidabile. È uno dei punti di forza del presidente di Valoritalia. Ma niente tregua. Liantonio, che è anche vicepresidente di Federdoc, punta adesso a creare sempre più sinergie col food. Stakanovista.

Federico Bricolo

Sarà perché è un politico di professione; sarà perché gli equilibri della governance sono cambiati in questi anni recenti. Certo è che il presidente di Veronafiere non fa mancare occasione per esercitare il suo ruolo-guida. Il suo mandato è in scadenza e già la politica veronese è in fibrillazione per riconfermarlo o cercare altri nomi.

Luigi Moio

6

Ha appena concluso il suo mandato da presidente dell’Oiv ed entro fine anno dovrebbe uscire il suo nuovo libro. Mentre continua il suo lavoro per scoprire cose nuove sugli aromi del vino. Accademico ma anche produttore, ha una ricetta per questi tempi confusi: il vino ha bisogno di meno comunicazione e più riflessione.

Herbert Dorfmann

1

Altoatesino e politico della Sudtirolervokspartei, è stato rieletto a Bruxelles e fa parte dell’intergruppo vino. Attento a cosa accade nel settore, siamo certi che difenderà il prodotto italiano nelle sedi internazionali. Conosce benissimo il mondo dell’agricoltura ed è uno dei più attivi a gestire i dossier sul vino.

Marco Lupo


13

Una lunga carriera nel settore pubblico prima di diventare uno dei capi dei dipartimenti del Masaf. Il suo ufficio si occupa, nello specifico, di qualità. Stiamo parlando di un ufficio strategico che gestisce milioni di fondi, tra cui quelli del Pnrr. Recentemente ha sottolineato l’importanza delle Ig per la valorizzazione dei territori.

Riccardo Ricci Curbastro


17

Come presidente di EFOW, l’organismo che raggruppa le Doc di 5 Paesi europei, è incessante il suo lavoro per difendere a Bruxelles e in altre sedi il vino come prodotto culturale ed agricolo. C’è altro. Equalitas, di cui è presidente, oggi certifica dal punto di vista sostenibile, il 20% del vino italiano, circa 9 milioni di ettolitri. Affidabile.

Luca Zaia


42

Non sappiamo quale sarà il suo futuro politico. Qualcuno sussurra che diventerà il nuovo sindaco di Venezia. Ma è indubbio che l’agricoltura e il mondo del vino hanno in Luca Zaia un riferimento che va oltre i ruoli. Pensiamo che anche in futuro, a prescindere ciò che farà, continuerà ad avere una grossa influenza sulle decisioni.

Alberto Mazzoni

Esperienza e competenza fanno di lui un super esperto al fianco del vino perché è uno dei componenti storici del comitato nazionale. Ma è anche il direttore dell’Istituto marchigiano di tutela che grazie a lui sta facendo un gran lavoro. In ballo progetti Ocm promozione per 700 mila euro e un Psr da 2,3 milioni.

Fabio Vitale

14

Il direttore generale dell’Agea, agenzia per le erogazioni in agricoltura, si sta concentrando sulla implementazione di un sistema avanzato di monitoraggio dei fondi erogati, con l’obiettivo di contrastare le frodi e garantire che i finanziamenti vadano a buon fine. Sta proseguendo il suo lavoro di riorganizzazione interna..

Matteo Lunelli

10

Il Cavaliere del Lavoro è la personificazione delle bollicine di lusso italiane nel mondo. Il suo marchio, Ferrari, continua a fare incetta di premi e riconoscimenti internazionali. E Lunelli, nel suo ruolo di presidente e ad di Ferrari Trento, ha le idee chiare su come non perdere terreno nei confronti dei competitor.

Ettore Prandini

Dopo la rivolta dei trattori, il presidente di Coldiretti tenta in tutti i modi di far risalire l’associazione che dirige ormai da due anni. Si trova, però, nel bel mezzo di una tempesta che sta attraversando il settore agroalimentare, con l’aumento dei prezzi delle materie prime e il poco valore riconosciuto alle nostre produzioni.

Stefania Saccardi

16

Vicepresidente e assessore all’Agricoltura della Regione Toscana, attiva e attenta nel settore del vino e delle Doc toscane. Il vino toscano cresce come produzione ed export, con una lieve flessione nel mercato interno. Ma la Regione continua a investire e studia nuove strategie di marketing da mettere in atto.

Marzia Varvaglione


92

Eletta presidente del Ceev, l’organismo che raggruppa le imprese europee del vino. È la prima donna e la più giovane ad avere questa carica e avrà un bel da fare a Bruxelles. L’azienda di famiglia, in Puglia, in poco tempo è passata dal produrre vino sfuso ad esportare 5 milioni di bottiglie in oltre 70 Paesi.

Felice Assenza

19

Sempre occhi aperti per il Capo dell’Ispettorato Centrale per la Tutela della Qualità e la Repressione Frodi dei Prodotti Agro-Alimentari (Icqrf). Assenza si occupa della supervisione e del rafforzamento dei controlli sulla filiera agroalimentare italiana, con l’obiettivo di garantire la qualità e l’autenticità dei prodotti agroalimentari nazionali.

Giovanni Manetti


27

Lo scorso autunno è stato riconfermato alla guida del Chianti Classico. Il Gallo Nero si riprende nella vendemmia 2024, e annuncia vini con uno stile che, a quanto pare, ricorda le grandi annate degli anni ’90. Tra gli obiettivi l’avanzamento dell’iter per la candidatura Unesco del Chianti Classico come paesaggio culturale.

Gianni Bruno

Quest’anno al Vinitaly si punta a superare le 97 mila presenze del 2024, di cui più del 30 per cento provenienti dall’estero. Poi ci sono i buyer, ne sono attesi circa 1.200 grazie all’accordo con l’Ice. Per il brand manager del Vinitaly il grosso arriverà da Svizzera, Germania e Austria e sono attesi i frutti dei Vinitaly in giro per il mondo.

Corrado Casoli

21

Giv è la portaerei del vino italiano, con più di 600 ettari di vigneto e 14 cantine di proprietà e un export presente in quasi 100 Paesi. Casoli ne è il presidente da tre lustri, a rappresentare una continuità e un’affidabilità con pochi eguali tra le figure apicali alla guida di aziende del vino. In attesa del bilancio 2024.

Stevie Kim

Tra una fiera e un aereo, tra un podcast e una visita in cantina è sempre lì a creare connessioni tra il vino italiano e il resto del mondo. Ed è tutto pronto per celebrare i 10 anni della Vinitaly International Academy, la sua creatura nata quasi per gioco e oggi importante per promuovere il vino italiano. Essenziale.

Eleonora Iacovoni

22

Oltre 20 anni di carriera al Masaf, l’anno scorso è stata nominata direttrice della Direzione Generale per la Promozione della Qualità Agroalimentare del ministero. Tra i suoi impegni, la gestione dei contratti di filiera, ma anche il sostegno alle produzioni biologiche. E tanto altro. Come i fondi Ue per la pesca e l’acquacoltura.

Silvana Ballotta


31

Business Strategies, l’azienda fiorentina di internazionalizzazione fondata nel 2010 ha chiuso il 2024 gestendo progetti per circa 25 milioni. Un risultato più che soddisfacente in un momento di crisi. Da segnalare l’attenzione crescente oltre al vino ai comparti più strategici del made in Italy, dal design alla moda.

Francesco Giovannini

26

È il direttore generale di Mezzacorona, il colosso del vino che nonostante un lieve calo di fatturato (212 milioni, -2,5%), un patrimonio netto di oltre 100 milioni e un export pari all’80 per cento del totale, sta gestendo con impegno le difficoltà legate ai cali di produzione e alla riduzione del consumo di vini rossi. Intraprendente.

Oscar Farinetti

Ogni tanto dà qualche spallata salutare al mondo del vino e alle sue convenzioni. Per esempio quella di bere il Barolo mettendolo prima nel secchiello del ghiaccio. I puristi hanno gridato all’orrore ma forse il fondatore di Eataly e proprietario di parecchie cantine dal Nord al Sud ha ragione. Alto il valore delle sue narrazioni. Innovativo.

Federico Veronesi


36

Un anno importante per Oniwines, la società che gestisce le cantine della famiglia Veronesi che dopo Intimissimi e Falconeri oggi punta diritto sul vino. Meno di un anno fa l’acquisizione di Bucci, azienda iconica marchigiana. In arrivo c’è una cantina ex novo sulle montagne trentine con un progetto molto ambizioso. Dinamico.

Fabrizio Bindocci

30

A breve il cambio di guardia alla guida del Consorzio del Brunello di Montalcino. Il bilancio per l’uscente Fabrizio Bindocci è più che favorevole. La denominazione cresce per valore e la percezione tra critici e appassionati è alta. Qualche numero: 3.400 ettari iscritti a Doc e Docg e si punta a raddoppiare la produzione di Rosso.

Giuseppe Liberatore

Valoritalia porta numeri sempre consistenti. Oltre 2 miliardi di bottiglie a marchio Do certificate e un fatturato cresciuto del 10 per cento rispetto all’anno precedente. Tra i risultati conseguiti nell’ultimo anno una nuova sede dedicata al polo vinicolo friulano a San Vito al Tagliamento e più servizi per la sostenibilità. Superconsulente.

Renzo Cotarella

20

L’eco dell’acquisto compiuto nel 2023 della tenuta californiana Stag’s Leap non si è ancora spenta e ha contribuito a dare ulteriore smalto a un’azienda che già gode di una reputazione altissima. Renzo Cotarella è ormai da 20 anni il timoniere di questa corazzata nel ruolo di amministratore delegato.

Livio Proietti

Un protocollo d’intesa per rafforzare la formazione e promuovere l’innovazione nel comparto agroalimentare è uno degli ultimi atti promossi dall’Ismea, ufficio altamente strategico anche per il vino di cui Proietti è il presidente. Una lunga carriera politica alle spalle, è a capo dell’Ismea da circa un anno.

Antonio Rallo


37

Per Doc Sicilia il 2024 si chiude con una lieve flessione sull’imbottigliato che passa da 86 milioni del 2023 agli 82 dello scorso anno. Ma è importante sottolineare come la reputazione della denominazione sia in crescita grazie al lavoro di promozione e ricerca. Mentre va a gonfie vele l’azienda di famiglia: Donnafugata.

Carlin Petrini

11

Nella lotta ai no-low alcol si inserisce da paciere ritenendo il provvedimento necessario per non far rimanere l’Italia indietro rispetto alle altre nazioni. Il fondatore di Slow Food continua sempre la sua battaglia sociale al fianco dei vignaioli e tenendo sempre a mente che abbiamo dei doveri nei confronti della Terra.

Daniele Cernilli


43

Nel vino pochi come lui per esperienza, capacità di divulgazione, autorevolezza e infinite relazioni. Doctor Wine, questo il suo pseudonimo professionale, continua senza soste il suo lavoro di giornalista e critico fra i più apprezzati nel panorama nazionale e non solo. La sua Guida essenziale è lo specchio del salotto buono del vino.

Matteo Zoppas

33

Presidente dell’Ice, promuove all’estero le imprese italiane. E avrà il suo bel da fare in questo periodo in cui tanto si parla di dazi e di nuove difficoltà nell’export che si aggiungono a un contesto di crisi. Spinge il settore a fare business, senza allarmismi e preoccupazioni. È presente in moltissime iniziative.

Sandro Boscaini

38

Fresco di premio alla carriera di Wine Enthusiast, il presidente di Masi Agricola, per tutti Mr. Amarone, è preoccupato per le bottiglie italiane “nella tempesta perfetta” a causa di dazi, clima e salutismo. E infatti per Masi, anche nei primi nove mesi del 2024 c’è un calo di ricavi. C’è da programmare una risalita.

Sandro Sartor

12

Alla guida di Wine in moderation, associazione internazionale che promuove il bere moderato e responsabile, è anche presidente e ad di Ruffino e vicepresidente di Unione Italiana Vini. Si definisce uno dei portatori di una cultura della sostenibilità dei consumi. E in questo periodo storico può fare la differenza.

Pierangelo Tommasi

Hanno portato a segno una nuova acquisizione rilevando sull’Etna l’azienda Tenuta Chiuse del Signore, ampliando ulteriormente la loro presenza sul territorio nazionale. Il 2024 si chiude con un +1,5 per cento del fatturato mentre sul mercato nazionale il business è cresciuto di circa il 2 per cento. L’export tiene.

Massimo Romani

24

È l’ad di Argea, il gruppo nato tre anni fa dalla fusione di due marchi, Botter e Mondodelvino. Soddisfazione per il fatturato del 2024 con un incremento rispetto all’anno precedente. Il manager sta puntando molto sui vini dealcolati ed è convinto che ormai sul mercato ci siano prodotti convincenti.

Riccardo Pasqua


63

Pasqua Vini festeggia i 100 anni con un +6% sul fatturato precedente che ora tocca i 63,5 milioni ribaltando il trend negativo dell’anno precedente. Numeri dove conta molto l’export con la presenza in 71 mercati. E tra le celebrazioni altri investimenti dedicati all’arte e un libro dal titolo evocativo: “Ode al futuro “. Vino e bellezza.

Alessandro Mutinelli

28

Alla guida di Italian Wine Brands, ha festeggiato quest’anno i dieci anni della società annunciando lo stacco di 0,5 euro di dividendo straordinario per ringraziare i soci e la borsa di un’ipo di successo, +120% dalla quotazione. Fatturato passato dal 2015 da 140 a 400 milioni di euro, con un Ebitda che da 12 è arrivato a 50.

Luca Pizzighella


46

Il pay off di SignorVino è La Grande Cantina Italiana. Più che giusto grazie a 40 enoteche sparse in tutta Italia e due negozi aperti anche all’estero. Il lavoro dell’ad Pizzighella è incessante e i numeri sono favorevoli: nel 2024 il fatturato ha toccato 85,7 milioni con un +17,5% rispetto all’anno precedente.

Andrea Rocchi

39

Da circa un anno è il presidente del Crea, il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria. Rocchi fin da subito ha ribadito l’importanza della ricerca applicata, sottolineando il valore dei 12 centri multidisciplinari dell’ente sparsi sul territorio nazionale. Un ruolo che si divide tra tecnologia e innovazione.

Stefano Fambri


48

È il direttore generale di Nosio, il ramo commerciale del gruppo Mezzacorona ed è anche presidente dell’Istituto TrentoDoc. Per lui giornate intense come la necessità di gestire mercati sempre più competitivi per i quali ha impostato politiche di diversificazione. Buono il fatturato di Nosio che ha toccato quota 134 milioni.

Maurizio Zanella


49

Il proprietario di Cà del Bosco si è anche lanciato nella produzione del suo primo olio, per continuare a mettere alla prova la sua azienda. È probabilmente uno degli uomini che ha cambiato la Franciacorta puntando su qualità e innovazione ed è certo che questo territorio non debba confrontarsi con nessuno.

Angiolino Maule

44

VinNatur, la sua creatura, compie 20 anni. Ed è già un risultato importante. Vicino Vicenza quest’anno ospita 180 vignaioli per un evento che ormai è un must per tanti appassionati. Encomiabili gli sforzi di Maule nel tentativo di superare la dicotomia tra vini naturali e convenzionali. Per lui è importante che siano soprattutto buoni.

Roberta Corrà

40

È presidente del Consorzio Italia del Vino dai numeri significativi: 25 aziende associate (15mila ettari in 18 regioni, 3.500 addetti diretti) con un fatturato complessivo di oltre 1,5 miliardi di euro. Ma è anche direttore generale del Gruppo Italiano Vini ed è chiamata a gestire un momento di crisi di tutto il comparto.

Gabriele Gorelli


52

Non smette di studiare il primo Master of Wine italiano e continua ad affinare il suo pensiero nel racconto del vino. A Gorelli piace spostare sempre l’asticella verso l’alto. Ormai sempre più in compagnia dei suoi amici e colleghi come lui entrati nel circuito virtuoso di questi esperti con il know-how anglosassone. Corteggiato.

Massimo Tuzzi

46

Accanto a lui un parterre tutto al femminile per il gruppo Terra Moretti. L’ad può contare su Carmen, Francesca e Valentina, azioniste e figlie del fondatore. E il brand lancia un sustainability-linked bond da 15 milioni di euro per sostenere lo sviluppo del piano industriale e il consolidamento del proprio business.

Sergio Germano

Un outsider alla guida del Consorzio Barolo Barbaresco dopo i sei anni targati Ascheri. Il cambio di guardia non è stato del tutto tranquillo ma le decisioni importanti da assumere hanno fatto accantonare i malumori. Tra i nodi da sciogliere le pressioni per dare più spazio ai vigneti. Ma c’è chi tuona contro un territorio tutto a Nebbiolo.

Priscilla Incisa
della Rocchetta

Un nome e un solo pensiero: Tenuta San Guido e Sassicaia. Nel mondo tutti conoscono questo vino, simbolo di prestigio. E lei è la referente insieme ai cugini dell’azienda leader a livello internazionale. Oggi l’azienda della Maremma utilizza in esclusiva la denominazione Bolgheri Sassicaia per il suo vino.

Gian Giacomo Bonaldi

Presidente Federdoc, la federazione dei Consorzi del vino italiano. Ha dovuto affrontare la campagna di demonizzazione dell’alcol da parte dell’Ue con dei cartelloni esposti a Bruxelles e ne ha condannato il contenuto. Sono 80 i Consorzi di tutela rappresentati. Tra i dossier aperti un accordo con Mercosur.

Franco Adami

È il nuovo presidente del Consorzio Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg alle prese con un leggero calo del numero di bottiglie prodotte: 90,7 milioni di bottiglie contro i 92 dell’anno precedente. La stima del presidente è che il valore complessivo sia tra i 500 e i 600 milioni di euro. Non c’è allarme.

Michele Zanardo

È il nuovo presidente del Comitato Nazionale Vini che si occupa di tutelare i vini a denominazione di origine. Sul suo tavolo circa 20 richieste di modifiche ai disciplinari di altrettante Doc. Fa anche parte della commissione di appello sulle Doc ed è presidente della sezione Assoenologi Veneto Orientale con oltre 680 soci.

Albiera Antinori

Presidente della Marchesi Antinori e del gruppo vini Federvini, oltre che della Doc Bolgheri. Gli ultimi dati della sua azienda parlano di ricavi in crescita del 3-4% a 245 milioni di euro. Sul fronte estero, restano protagonisti gli Usa. Nel 2024 si sono celebrati i 50 anni del Tignanello, uno dei vini più iconici dell’azienda.

Michele Bernetti

Presidente di Imt e alla guida di Umani Ronchi. Il suo Casal di Serra ha conquistato nell’ultimo anno un posto in classifica nella top 100 di “Wine Spectator”. E il Consorzio da lui guidato riunisce oltre 500 aziende associate per 16 denominazioni di origine e una produzione di 17 milioni di bottiglie circa, in calo negli ultimi 2 anni.

Violante Gardini

Il Movimento Turismo del Vino è sempre più strategico per creare sinergie tra cantine e appassionati. Alla guida c’è una giovane produttrice toscana, figlia di Donatella Cinelli Colombini, che è la fondatrice di Mtv. Non le mancherà la competenza e l’attenzione per svolgere bene il suo mandato. Intanto si parte da un nuovo sito.

Chiara Lungarotti

Il suo motto: conservare, proseguire, innovare e sviluppare nel rispetto della tradizione e delle proprie radici. Alla guida di una delle cantine più apprezzate e conosciute in Umbria che crede nell’enoturismo. Oggi l’azienda conta 250 ettari di vigneti per un totale di 2,5 di bottiglie annue. È anche la neopresidente del comitato Grandi Cru.

Micaela Pallini

Presidente di Federvini. Guarda con preoccupazione ai dazi minacciati da Donald Trump e in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera chiede al governo e all’Europa di non fare entrare il settore del vino, ancora una volta, in dinamiche che non gli appartengono. Continui gli appelli. Saranno mesi in salita.

Lorenzo Ruggeri

Da giovane collaboratore a direttore responsabile del Gambero Rosso. Non poteva esserci destino lavorativo migliore per Lorenzo Ruggeri. Romano, quarantenne, sta portando un po’ di aria fresca dentro il più importante polo giornalistico di settore. Intraprendente. Competente. Puntuto se serve. Attendiamo sviluppi.

Enrico Zanoni

Direttore generale di Cavit dal 2009, cooperativa che riunisce più di cinquemila viticoltori trentini. Il fatturato dell’azienda ha raggiunto i 224,7 milioni di euro, con un incremento dell’8,3% mentre prosegue la crescita sostenuta delle linee di spumantistica. Il dg inizia a pensare un piano B per l’export causa dazi.

Giancarlo Guidolin

È il nuovo presidente del Consorzio del Prosecco Doc e subito i dati sono significativi. Gli imbottigliamenti della denominazione si sono attestati per la prima volta a 660 milioni di bottiglie, con un incremento del 7% rispetto al 2023, per un valore stimato al consumo di 3,6 miliardi di euro. Una potenza nel mondo.

Antonio Bruzzone

È l’ad di BolognaFiere. Bologna scommette sul vino di qualità e cresce. Dopo il debutto di Slow Wine Fair nel 2022, è approdato nel quartiere felsineo il Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti di FIVI nel 2023, ora l’annuncio di Champagne Experience, di Società Excellence. Quartiere fieristico con potenzialità.

Alison Napjus


70

Entrata a far parte di Wine Spectator nel 2000, Alison Napjus è stata promossa a Senior Editor nel 2012 ed è diventata Tasting Director nel 2016. È Lead Taster per i vini della Spagna, delle aree francesi dello Champagne e dell’Alsazia, del Sudafrica e dei vini di diverse regioni italiane. Seleziona le cantine per Opera Wine.

Sandro Camilli

67

Presidente nazionale Ais, con oltre 40 mila soci all’attivo. Intervistato sul calo dei consumi e su un nuovo linguaggio da dare al settore, ha detto che bisogna evitare la deriva dell’autoreferenzialità. Per lui occorre investire nell’ascolto degli altri. Buon seguito per la Guida Vitae, pubblicazione molto seguita.

Daniela Mastroberardino


71

Sempre più presenti, le Donne del Vino sono ormai un riferimento nel dibattito economico e sociale e rappresentano un’organizzazione stabile e coesa con cui confrontarsi. Il loro punto di vista fa bene a un mondo ancora troppo maschile. È indiscutibile il valore dell’attività di promozione per tutti i winelover. In ascesa.

Graziana Grassini


73

Una delle personalità più influenti del panorama enologico. Da Marchesi Antinori a Cà du Ferrà in Liguria, dai rossi veneti della famiglia Pasqua ai siciliani di Baglio di Pianetto. Consulente di aziende in tutta Italia, il suo palmares si arricchisce sempre più di collaborazioni. Il vino, per lei, una missione.

Luciano Ferraro


75

I produttori di vino che contano fanno a gara per farsi raccontare sulle pagine del Corriere della Sera. E lui, Ferraro, con taglio giornalistico si diverte a tirare fuori personaggi, storie e territori. Ora il passo si è allungato con la Guida ai migliori 100 vini e vignaioli d’Italia firmata insieme a James Suckling. Narratore.

Marcello Meregalli


76

Amministratore delegato del Gruppo Meregalli, società specializzata e leader nella distribuzione di wine & spirits. Chiude il 2024 con un fatturato di oltre 100 milioni di euro con il settore del vino che si conferma il vero motore della crescita aziendale con un incremento del 6%. La crescita continua.

Walter Massa


77

Il re del Timorasso. Ha riscoperto nel basso Piemonte questa uva, facendola diventare protagonista della scena enologica italiana. Le sue idee danno spesso spunti di riflessione e animano il dibattito. Cuore degli Svitati, il gruppo di produttori che si battono per il tappo a vite nelle bottiglie al posto del sughero.

Luca Cuzziol

Presidente del Club Excellence che riunisce i maggiori importatori e distributori italiani. Chiude il 2024 con un giro d’affari stabile di oltre 327 milioni di euro per circa 23 milioni di bottiglie. È anche amministratore unico di Cuzziol Grandi Vini. Nel 2024 il fatturato è poco sopra quello del 2023, 25,7 milioni di euro (+1,2%).

Rita Babini

Fresca di elezione, è la presidente della Fivi. Romagnola, 54 anni, guida oltre 1.700 vignaioli proprietari di 17 mila ettari di vigneto. Anche lei, come i suoi predecessori, chiederà una diversa rappresentatività nei consorzi e meno burocrazia. E inoltre dovrà pure gestire un po’ di malumori tra gli iscritti. Alla prova.

Carlo Ferrini

45

È uno degli enologi più importanti del panorama nazionale, in particolare tra Etna e Toscana. E proprio a Montalcino ha avviato una nuova consulenza per l’azienda Camigliano. Nel frattempo è anche produttore di vino, per non farsi mancare nulla. Ma lui ne è convinto: “Per fare questo lavoro serve solo la passione”.

Paolo Castelletti

È l’uomo macchina dell’Unione italiana vini, ovvero 812 soci che esprimono un fatturato di oltre 10 miliardi. Sul suo tavolo dossier scottanti come il commercio internazionale, il vino e salute e i dealcolati. C’è la sua regia nella nomina di Marzia Varvaglione al vertice del Ceev. Il suo lavoro è essenziale.

Andrea Lonardi


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Al suo secondo anno da Master of Wine, agronomo e il manager vitivinicolo con una competenza ad ampio raggio. Dopo 11 anni di collaborazione con Bertani è diventato il nuovo ad di Marilisa Allegrini per far crescere il progetto partendo da Bolgheri e Montalcino. Nel frattempo insieme ai colleghi MW vola a Marsala.

Leonardo Taschetta

Il presidente della cantina sociale siciliana Colomba Bianca “salva” Cantine Europa e continua a espandersi con nuove acquisizioni che gli permettono di chiudere l’anno con un fatturato stabile di 32 milioni e 2.500 associati. Ora si punta tutto su un rosato che ricorda le Saline di Marsala, oltre alla linea degli spumanti. Stimato.

Jeff Porter

Uno dei giornalisti più influenti negli Stati Uniti per il fine wine italiano. Ha creato ‘Sip Trip’ uno show trasmesso sul web in giro tra le migliori cantine e delle regioni vitivinicole italiane. È anche firma dall’Italia di “Wine Enthusiast”. Interessante capire il suo punto di vista sugli eventuali dazi dell’amministrazione Trump.

Valentino Sciotti


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Ad di Fantini Wines, nel cuore dell’Abruzzo. Nel 2024 l’azienda ha ricevuto per il settimo anno consecutivo il Deloitte Best Managed Companies Award, riconoscimento internazionale che premia l’eccellenza nella gestione aziendale. Oggi il gruppo è presente in otto regioni italiane. In crescita.

Domenico Zonin


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Presidente del Gruppo Zonin1821 in oltre 140 Paesi grazie al supporto di oltre 500 collaboratori che operano in Italia e in quattro filiali: Stati Uniti, Regno Unito, Cina e Svezia. Il gruppo non si lascia intimidire e punta anche sui vini dealcolati con due prodotti: il Limoneto Spritz e la bollicina Cuvee Zero alcol. Staremo a vedere.

Alessio Planeta


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Indiscutibile il suo ruolo nel tracciare la strada alle prospettive del vino siciliano. Un mix di esperienza, competenze, visione e storia familiare gli consentono di dare un contributo importante. Non smette di portare avanti nuovi progetti e di consolidare il brand Planeta in tutte le articolazioni possibili.

Giancarlo Gariglio


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Bisogna dare atto alla guida Slow Wine e al suo curatore di avere acceso i riflettori verso una parte del mondo del vino che meritava più attenzione. Oggi quella raccontata dagli esperti della Chiocciola è sempre più una comunità di vignaioli apprezzata da chi vuol bere bene. E adesso c’è anche Slow Wine Fair. Visionari.

Alessandro Torcoli

Il direttore e editore della rivista enologica “Civiltà del bere” ha da sempre sottolineato l’importanza del vino come veicolo culturale, affermando che non dovrebbe cercare di stupire, ma piuttosto trasmettere cultura, storia e conoscenza alle persone. Sempre molto partecipati gli eventi di Milano e VinoVip.

Pietro Russo

Tra i tre Master of Wine italiani è l’unico enologo del gruppo. L’approccio ancora è un pizzico timido, compensato da una competenza tecnica e da una curiosità molto spiccate. Grazie a lui è partito un progetto condiviso con i suoi amici colleghi per produrre un vino a Marsala che darà un significato nuovo a questo terroir.

Andrea Farinetti


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Ha dato una spinta determinante nell’alzare l’asticella di tutte le cantine di cui a vario titolo è proprietario con la sua famiglia. Dal Piemonte alla Sicilia, passando per Nord Est e Toscana, è un attimo. I vini sempre più centrati tra tradizione, stili di beva moderni e sostenibilità. Quest’ultimo un paletto invalicabile per Andrea.

Denis Pantini

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L’uomo dei numeri e della statistiche. Possiamo definirlo così il direttore di Wine Monitor. Lui, insieme alla sua squadra, traduce in numeri tutti i trend del vino italiano e internazionale. Non c’è analisi o studio che non passi dai suoi uffici e sia ricercata da consorzi ed organismi del mondo del vino. Corteggiato.

Rossana Gaja

La secondogenita di Angelo e Lucia Gaja entra in classifica poiché il suo ruolo è sempre più centrato nella capacità di coniugare la gestione dell’azienda e la visione commerciale, aiutata dalla sorella Gaia e dal fratello Giovanni. Il confronto con i genitori resta sempre serrato. A chi l’ultima parola?

Bernardino Sani


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Ad e winemaker di Argiano, è artefice del nuovo rinascimento della cantina. Con lui il Brunello di Montalcino Vigna del Suolo 2018 è stato definito da Wine Spectator il vino più buono al mondo. Sicilia e Piemonte continuano a essere pensieri in vista di un’espansione dell’azienda di André Esteves, uno degli uomini più ricchi del mondo.

Armando Castagno

Il massimo esperto italiano di vini della Borgogna non disdegna di prestare attenzione all’Italia da bere. Lo fa con la sua capacità di scrittura e quindi di narrazione attraverso libri e conferenze. L’ultima pubblicazione dedicata alla Franciacorta è l’esempio plastico di quanto il vino sia soprattutto geografia. Quanti lo sanno?

Alessandra Piubello


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Tra i curatori della Guida Oro I Vini di Veronelli e una delle massime esperte del settore del vino. Collabora con riviste specializzate e prova a non perdersi neanche un’anteprima, a degustare vini che poi racconta nelle pagine dei giornali o sulle guide che segue. È una presenza fissa nelle masterclass che contano.

Mario Piccini


94

L’ad di Piccini 1882 è chiamato a gestire un momento di crisi e di calo di consumi che toccano anche questa storica azienda toscana. Tuttavia le cinque tenute nel “portafoglio aziendale” continuano a rappresentare un riferimento del settore, con una storia che attraversa tre secoli e una tradizione che fa del vino un’arte.

Giovanni Busi

88

Il Chianti, tra i primi vini italiani a conquistare il mercato americano, ha costruito negli anni una solida presenza negli Usa. E ora il presidente del Consorzio non nasconde preoccupazione per i dazi. Ci saranno? L’anno si chiude con le stesse vendite dell’anno precedente, circa 75 milioni di bottiglie, con un calo dello 0,2%.

Monica Larner

50

Italia, Grecia e Sud Africa. Scrive e valuta da anni i vini di questi tre Paesi su Wine Advocate, il giornale fondato da Robert Parker e guida letta e presa in considerazione dagli amanti e gli appassionati del settore. E le sue valutazioni sono tra le più attese nel nostro Paese. Quali saranno i 100/100?

Clemens Lageder


97

Oltre 110 cantine per un’edizione che si annuncia spumeggiante. Se l’idea di Aloisio Lageder era quella di costruire a poco a poco un piccolo salotto del vino con Summa l’obiettivo è più che riuscito. Strategico è il luogo, strategico è il periodo. Il timone è sempre più nelle mani del figlio Clemens. L’ambizione è quella di sempre: divertirsi.

Filippo Polidori

Dietro alcuni brand di chiara fama c’è la strategia di questo dinamico comunicatore instancabile e appassionato. Uno che si è fatto le ossa nell’attività di ristorazione di famiglia e dalla quale ha costruito un suo percorso di visione e di esperienze. Per imparare qualcosa basterebbe seguirlo un poco sui social.

Christian Marchesini

95

Il presidente del Consorzio Vini Valpolicella presenta numeri un po’ contrastanti. Con un 2024 che chiude a -2% sull’anno precedente ma con un recupero del 9% nel secondo semestre. Un rimbalzo significativo, se si considerano le difficoltà dei rossi, e qui si parla di Amarone. Si punta su nuovi target e nuove forme di dialogo.

Massimo Bottura

Lo chef tristellato festeggia i 30 anni di Osteria Francescana e lo fa alla grande, sul palcoscenico del Vinitaly di Verona. E forse da tristellato è la sua prima volta alla rassegna veronese. I Lambruschi modenesi e reggiani si accompagneranno ai piatti che hanno reso lo chef celebre nel mondo in un’area ristorazione di 300 mq.

Giampiero Bertolini

99

Ad di Biondi Santi, la più storica azienda di Montalcino che ha creato il Brunello. Oggi l’azienda non è aperta al pubblico, ma è in cantiere un progetto di costruzione di una nuova cantina che sarà l’apripista per schiudere le porte all’enoturismo. E poi c’è anche Isole e Olena, l’altro gioiello acquisito poco tempo fa in Toscana.