Verona, 13 aprile 2024
Wine Power List è una classifica del giornale on line Cronache di Gusto dedicata ai 100 personaggi più influenti del vino italiano. Quella di quest’anno è la nona edizione della classifica. È infatti dal 2014 che la redazione di Cronache di Gusto pubblica questa top 100 che vede la presenza di rappresentanti istituzionali, politici, alti burocrati del ministero dell’Agricoltura, presidenti di consorzio, produttori, giornalisti, vertici di organizzazioni e associazioni che rappresentano il vino, divulgatori e tanti altri.
Potete trovare qui anche le classifiche degli anni precedenti. Ogni personaggio è accompagnato da piccole frecce che indicano la posizione dell’edizione precedente della classifica. Prevista, come di consueto, la categoria Top of the Top per quattro personaggi che vanno fuori classifica e occupano un posto di prestigio assoluto: quattro profili che sono stati al primo posto nelle edizioni precedenti della nostra classifica. La Wine Power List quest’anno è stata scritta da Fabrizio Carrera ed Emanuele Scarci.
Piero Antinori
Avercene di coraggio a 85 anni. Il Marchese ce ne ha da vendere. Fino alla scorsa estate si pensava che Antinori, definita la situazione successoria con lo strumento del Trust, avesse ormai ben poco da pianificare. Invece ha trovato il coraggio di firmare un maxi finanziamento da mezzo miliardo di Intesa Sanpaolo/Pricoa/Simest per acquisire la prestigiosa cantina californiana Stag’s leap wine cellars, il cui prezzo finale sarebbe superiore anche al prestito contratto. Antinori conta sulle capacità del ceo Renzo Cotarella, da 44 anni in azienda, ma perché impelagarsi in un maxi debito (7 anni) quando l’azienda va a gonfie vele? “Innanzitutto il prezzo medio dei vini di Stag’s Leap è di oltre 40 dollari a bottiglia – ha risposto il Marchese – poi controllare una società diretta di import ci rende padroni del nostro destino. Decideremo noi, e non l’importatore e il distributore, quali sono i vini prioritari. Questa operazione è la più importante della nostra storia”. E probabilmente dell’Italia all’estero. Antinori e Cotarella hanno stilato il business plan di Stag’s Leap (fattura 80 milioni di $) e il rientro dal debito, a garanzia c’è comunque un patrimonio netto in Italia di 1,3 miliardi. Soltanto in Toscana il gruppo controlla 1.800 ettari ed è presente in zone come Franciacorta, Barolo e Barbaresco, Umbria, Friuli e Puglia. Mito.
Riccardo Cotarella
L’iper-dinamico presidente degli enologi italiani (e mondiali) non si fa mancare niente. Il ritmo frenetico delle sue giornate non lo preoccupa. E l’ultima “sfida” è quella di aver accettato di co-fondare Domus Artium Reserve, un salotto esclusivo per amanti del bien vivre, mirato a imprenditori, buongustai e winelover, che dà la possibilità di degustare i migliori vini del mondo. Inoltre, in tandem con l’enologo francese Michel Rolland, produrrà il vino “Quattro mani”, un blend di uve franco-italiane. A margine della presentazione, Cotarella ha detto: “Non ho resistito alla proposta di accettare questa sfida. Ora mia figlia mi rimprovererà per questo ennesimo impegno”. Cotarella, classe 1948, è consulente in oltre 100 aziende, anche all’estero. È autore di oltre 600 note tecniche. Lo scorso settembre, dopo una primavera di grandi piogge e un’estate torrida, aveva stimato una vendemmia povera con un calo del -12%, poi, a fine novembre, drasticamente corretta a -23%. E disse con una certa umiltà: “Questa vendemmia è un’enciclopedia da studiare bene, ci ha confermato che la scienza è l’unica medicina per salvarsi dai patogeni, come la peronospora e l’oidio. Ma anche che la vigna è un’industria senza tetto e sul clima possiamo fare ben poco. La vite resiste anche alle alte temperature, ma non ai raggi solari”. In prima linea.
Angelo Gaja
Wine Spectator gli ha dedicato la copertina per la terza volta. Mai accaduto per nessun altro produttore. Con un titolo che dice tutto: “Campione del vino italiano”. Al netto della tifoseria dei giornale americano, Gaja resta un personaggio dall’altissimo peso specifico. Su Wine Spectator una lunghissima intervista in cui Gaja parla soprattutto del rapporto tra generazioni. Lui con il padre, lui con i figli. Forse è la prima volta che lo fa in modo così compiuto. Ed era da tempo che non si raccontava così. I suoi interventi sui giornali sono spariti. C’è una domanda che non gli è stata fatta. Come si diventa così bravi? Però dalle risposte ad altro si capisce molto. Ed è l’incrocio tra dedizione, passione e curiosità la base di tutto. Una spinta potente. Una lezione per tutti. A 84 anni Gaja lavora ancora dieci ore al giorno e non ha voglia di staccare perché “senza lavoro diventerei pazzo”. Chiarissime le idee su quello che oggi chiede il mercato, sulla considerazione dei vini eleganti che è ben diversa tra chi produce e chi il vino lo compra e lo beve. E poi il ruolo dei figli a cui ha già trasferito la proprietà di tutto. Anche da questa capacità di preparare il futuro capisci la grandezza di un personaggio. Perché ci dice Gaja che oltre al clima l’Italia del vino dovrà gestire il passaggio generazionale delle tantissime aziende vicine a questa fase. Chapeau.
Attilio Scienza
Sempre errante a tenere conferenze, portare in giro giovani desiderosi di apprendere tutto sul vino, a sperimentare, a scrivere libri, a spostare l’asticella verso l’alto di ogni considerazione possibile sul vino. Con lui la viticoltura diventa viticultura, cioè l’intreccio evidente tra la coltivazione della vite, l’uva che diventa vino e le simbiosi con la cultura in senso ampio dove dentro c’è l’antropologia, la storia, la geografia, la meteorologia, la religione, il linguaggio e tanto altro. È un riferimento fortissimo per tutti. Poi può accadere che non tutti siano d’accordo con le sue visioni e le sue idee sulla genetica, sull’uso della scienza tra i vigneti ma è indubbio che il vino italiano gli debba moltissimo. È interessante leggere le sue parole sulla tempesta che in questi ultimi mesi si sta abbattendo sul vino. Una crisi – dice – che è fuori di noi. E ancora una volta l’analisi è lucida e ci invita a reagire. Anche con misure drastiche. Tra un clima che cambia e l’antropologia dei consumi stravolta bisogna rimboccarsi le maniche. La conoscenza e lo studio stanno alla base di tutto per Scienza. Sta lavorando adesso a una sorta di compendio dei suoi quarant’anni di attività di docente ricercatore. Sei volumi, dal mito, al clima, al terroir e così via con testi aggiornati per dare un senso al vino e al mondo che gli gira intorno. Instancabile.
Herbert Dorfmann
Una new entry che a sorpresa conquista il primo posto. 55 anni, altoatesino di Bressanone, Dorfmann è un politico della Sudtirolervolkspartei che da sempre ha seguito il mondo del vino a Bruxelles, tanto che alcuni anni è stato anche il presidente dell’Intergruppo, ovvero quell’organismo che segue molto da vicino le tematiche legate al comparto. Il suo ingresso nella wine power list conferma da un lato il primato della politica tra i personaggi più influenti. Ma c’è dell’altro. Siamo convinti che Dorfmann sarà ricandidato per il suo partito alle elezioni europee del giugno prossimo. E conoscendo un po’ le dinamiche elettorali immaginiamo fortemente che Dorfmann sarà pure rieletto: il suo è un collegio blindato che la minoranza tedesca vota compatta per i suoi rappresentanti più accreditati. E sarà lui, con molta probabilità, a guidare il gruppo di politici italiani nelle dinamiche dell’Europarlamento. I prossimi cinque anni saranno cruciali per il vino. Da un lato i fattori esterni come le guerre o l’inflazione; dall’altro le scelte politiche su consumi e lotta ai danni provocati da siccità e cambiamenti climatici. Su questi ultimi aspetti le decisioni di Bruxelles non saranno irrilevanti. Per esempio le tendenze salutiste degli ultimi anni punteranno diritte sul vino. Dorfmann avrà il compito di gestire questi dossier. Decisivo.
Francesco Lollobrigida
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Dal dopoguerra abbiamo avuto 42 ministri dell’agricoltura. In media uno ogni 22 mesi. Decisamente troppi per un settore strategico, ma da sempre considerato di seconda fila o di passaggio per il politico di turno. Le manifestazioni dei trattori a Bruxelles e in alcuni paesi Ue (Italia compresa) hanno drammaticamente posto il tema dell’inadeguatezza delle norme europee rispetto a un’ordinata e razionale transizione green. Inadeguatezza manifestatasi anche nel vinicolo, se si pensa alla vicenda dell’etichettatura e degli health warning. Il ministro Lollobrigida ha dovuto firmare un decreto che consente alle aziende di usufruire della proroga fino al prossimo 30 giugno per utilizzare le etichette già stampate precedentemente all’adozione della nuova normativa Ue dello scorso dicembre. Il pasticcio all’italiana è stato invece quello di aver reintrodotto l’Irpef per le aziende agricole salvo poi fare retromarcia sotto la pressione dei trattori su Roma. A parte gli scivoloni di natura prettamente politica, sul piano tecnico, il ministro continua a sostenere che l’agricoltura non sia un nemico dell’ambiente ma il principale alleato. Come invece l’ha rappresentata la Ue con l’introduzione di vincoli ambientali ingestibili sul piano burocratico. Secondo Lollobrigida la riforma della Pac va rivista dopo un primo anno di applicazione fallimentare.
Lamberto Frescobaldi
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Il marchese rimane pessimista sull’evoluzione del quadro competitivo italiano ma intanto allarga i confini del suo impero. L’anno scorso ha messo a segno una doppietta tra Maremma e Stati Uniti. In Italia ha acquisito Poggio Verrano, cantina di Magliano in Toscana e nell’Oregon Domaine Roy & fils. Quest’ultima dispone di 40 acri, con vigneti a Pinot Noir e Chardonnay. “L’Oregon è una delle migliori regioni al mondo per il Pinot Nero – ha detto il presidente Frescobaldi – diventare parte di questa comunità è un sogno che diventa realtà”. Le ultime due prede si aggiungono a un piccolo impero: Ammiraglia, Pomino, Nipozzano, Perano, Castiglioni, CastelGiocondo, Remole, Calimaia e Gorgona. Senza contare Bolgheri Ornellaia e Masseto, Tenuta Luce a Montalcino e Attems nel Collio. Alla brillante performance imprenditoriale, Frescobaldi unisce l’attività al vertice di Unione italiana vini. L’ultima uscita è stata quella controversa sullo sfoltimento delle doc, da attuare attraverso accorpamenti o anche, laddove i numeri siano davvero scarsi, a cancellazioni. “Oggi su circa 400 tra Doc e Docg attive – ha sottolineato – solo 7 hanno imbottigliamenti sopra i 500mila ettolitri. Una riorganizzazione permetterebbe di convogliare risorse nella promozione, perché i tempi stanno cambiando a grande velocità”.
Luca Rigotti
Alla fine il gran capo delle cooperative vitivinicole ha aperto uno spiraglio. “La situazione è complicata, soprattutto per i consumi di vino rosso che scivolano sempre più in basso mentre le giacenze salgono – ha detto in un’intervista Luca Rigotti, presidente del gruppo di lavoro vino del Copa Cogeca, l’organizzazione europea delle cooperative agricole – bisogna gestire l’offerta e una delle opzioni sul tavolo potrebbe essere quella dell’estirpo a tempo”. La situazione più pesante riguarda alcune regioni del Sud, ma anche la Francia ha finanziato gli estirpi con contributi pubblici. In Italia la situazione non è facile: lo scorso febbraio le giacenze di vino erano inferiori rispetto all’anno prima di circa l’11% e i mosti del 31%, dati in calo sensibile che fanno pensare a una minore pressione dell’offerta, tuttavia le vendite in Italia e all’estero sono deboli e il problema rimane. Meno di 18 mesi fa, con l’arrivo dei primi nuvoloni, Rigotti si era opposto a una proposta di Unione italiana vini che chiedeva di limitare la produzione con vari strumenti, compresi gli estirpi. Rigotti disse: “Si fa presto a dire meno uva, estirpiamo. Non esiste. Vediamo comunque i dati delle giacenze dell’anno”. Oggi Rigotti ha aperto la porta mentre Uiv l’ha chiusa: nessun estirpo con premio, nello specifico con i fondi del programma nazionale di sostegno. Ribaltone.
Giuseppe Blasi
8
Resta il dirigente a capo del dipartimento altamente strategico, Blasi guida quello delle Politiche europee internazionali che vuol dire gestione significativa di fondi e attuazione di normative importanti e delicate. Ad oggi la sua figura rappresenta una continuità a cui il ministro Lollobrigida non vuole rinunciare.
Luigi Moio
Maurizio Danese
Francesco Liantonio
9
Paolo De Castro
5
Matteo Lunelli
16
Carlin Petrini
Sandro Sartor
14
Marco Lupo
Fabio Vitale
18
Alberto Mazzoni
19
Stefania Saccardi
20
Riccardo Ricci Curbastro
50
Ettore Prandini
3
Felice Assenza
12
Renzo Cotarella
43
Corrado Casoli
22
Eleonora Iacovoni
Gianni Bruno
25
Massimo Romani
Stevie Kim
28
Francesco Giovannini
Giovanni Manetti
Alessandro Mutinelli
40
Oscar Farinetti
Fabrizio Bindocci
35
Silvana Ballotta
36
Giuseppe Liberatore
49
Matteo Zoppas
34
Livio Proietti
Silvano Brescianini
38
Federico Veronesi
Antonio Rallo
41
Sandro Boscaini
30
Andrea Rocchi
Roberta Corrà
44
Pierangelo Tommasi
Luca Zaia
37
Daniele Cernilli
46
Angiolino Maule
74
Carlo Ferrini
Massimo Tuzzi
48
Luca Pizzighella
52
Stefano Fambri
Maurizio Zanella
57
Monica Larner
53
Luca Sammartino
60
Gabriele Gorelli
62
Hans Terzer
55
Priscilla Incisa
della Rocchetta
58
Elvira Bortolomiol
59
Matteo Ascheri
33
Matilde Poggi
86
Albiera Antinori
47
Michele Bernetti
Gino Colangelo
66
Chiara Lungarotti
65
Donato Lanati
63
Riccardo Pasqua
Enrico Zanoni
13
Stefano Zanette
31
Marco Montanaro
Sandro Camilli
70
Marco Mensurati
Lorenzo Tersi
54
Alison Napjus
88
Daniela Mastroberardino
79
Dominga Cotarella
76
Graziana Grassini
61
Edoardo Freddi
94
Luciano Ferraro
83
Marcello Meregalli
80
Walter Massa
Lorenzo Cesconi
Nicola D’Auria
75
Il presidente del Movimento turismo del vino (mille cantine socie) è sempre in prima linea. Il Rapporto sul turismo del vino stima che il settore, prima del covid, coinvolgesse 15 milioni di enoturisti per un fatturato di 2,65 miliardi di euro. Ora i grandi numeri non sono più possibili ma si deve migliorare la qualità e l’organizzazione.
Lorenzo Cafissi
Mariacristina Castelletta
Denis Pantini
87
Valentino Sciotti
93
Domenico Zonin
78
Alessandro Torcoli
Giancarlo Gariglio
89
Alessio Planeta
Giovanni Busi
64
Andrea Farinetti
95
Raimondo Romani
Andrea Lonardi
Marzia Varvaglione
96
Alessandra Piubello
Mario Piccini
99
Christian Marchesini
82
Barrett Wisman
Clemens Lageder
Bernardino Sani
Giampiero Bertolini
67
Renzo Rosso
98